FesDal 6 al 10 maggio 2023 |
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Ho sentito dire da tanti che Fès è molto diversa da Marrakech, città che ho visitato 8 anni fa. Come non condividere questa opinione dopo cinque giorni passati
a visitarla. Ho avuto tempo, pazienza e curiosità per scoprirla con calma. Ecco, la calma è la caratteristica principale che distingue Fès da Marrakech. Mi è
sembrata anche meno affollata dai turisti, più autentica, ferma nel tempo senza nessuna voglia di accelerare. La lentezza è necessaria per essere un buon
osservatore e per assaporare il luogo in cui ci troviamo. L'esperienza di girare le stradine di Medina, dove è impossibile non perdersi, è piacevole se ti lasci
andare e prendi le cose e le strade come arrivano. Non sapere dove ti trovi esattamente, nonostante Googlemap e cellulare che non prende, non è poi una brutta
cosa. La scelta tra la disperazione e la liberazione è tutta nostra.
Per l'alloggio ho scelto un dar, abitazione tradizionale della Medina. Dar in arabo significa casa e noi ci siamo trovati bene nella nostra camera blu affacciata su un terrazzo dove si servivano la colazione e la cena su prenotazione. Sopra la nostra stanza c'era il roof top bar del Riad Fes, riad a 5 stelle, dove servivano gli alcolici. Dopo aver scoperto come arrivare, e non è stato molto semplice, per due sere di seguito abbiamo preso l'aperitivo godendoci una bellissima vista. Dall'alto mandavamo i bacini ad Amina che gestisce il dar e organizza tutto ciò di cui un suo ospite ha bisogno. Le temperature erano abbastanza alte, oltre 30 gradi, cosi il secondo giorno abbiamo iniziato l'esplorazione dai bellissimi Giardini Jnan Sbil. Attraversando il quartiere ebraico, siamo arrivati al Palazzo Reale dove abbiamo scattato le foto che è l'unica cosa che si può fare. In Avenue Hassan II, la strada principale della Città Nuova, abbiamo preso un taxi e siamo andati a Riad Noumidya. Ho trovato questo riad perché cercavo un posto fuori città con la piscina. Passare un pomeriggio caldo in un giardino molto bello con la piscina, pochissime persone e birra fredda è stato un toccasana per il corpo e la mente. Al mattino mi è piaciuto molto bere un ottimo caffè sul terrazzo, un rito lungo e lento prima di iniziare le visite dei luoghi storici aperti ai turisti. Come nella maggior parte dei Paesi arabi, le moschee sono chiuse per i non musulmani. La principale, la Karaouine, insieme con l'università considerata più antica del mondo, si può vedere solo dall'ingresso e dall'alto dal tetto del negozio dei tessuti di fronte. Un giorno passando davanti all'ingresso abbiamo trovato lunghe code dei turisti e non riuscivo a capire che aspettavano per scattare una foto. Abbiamo visitato due Madrasa, le scuole coraniche: la prima, Al-Attarine è considerata la più bella ed è restaurata di recente. L'altra, Bou Inania, ci è piaciuta di più per vari motivi; poca gente, la parte della moschea aperta visivamente verso cortile e magnifiche decorazioni dapertutto. Quello che mi ha colpito di più a Fès è stato l'artigianato mentre l'attrazione più grande sono le concerie: da Guerniz siamo arrivati in compagnia di Abdul. Di solito evito quelli che in strada si offrono per accompagnarti, ma a volte faccio un'eccezione. Abdul non parla italiano, non parla inglese, francese forse... ed è l'esempio che conoscere le lingue non sia così fondamentale. Con gestualità e simpatia ci ha fatto da guida; Abdul ha lavorato qui come anche suo padre, conosce tutti e ha fatto parte di un documentario girato all'interno della conceria dalla CNN. Mi ha fatto vedere su YouTube il video; visitare la conceria dal vivo e sentire l'odore pungente è diverso che immaginarlo. La vista della lavorazione delle pelli con le grandi vasche, alcune piene dei escrementi di piccione dentro quali sono immersi i lavoratori fino alla cinta, è stata impressionante. Abbiamo visitato un negozio con i loro prodotti e devo dire che le giacche in pelle erano molto belle e di ottima fattura. Con Abdul siamo passati da tanti negozi e laboratori di suoi amici, abbiamo conosciuto sua sorella che è erborista e suo zio tessitore/venditore di tessuti. Naturalmente è stato ricompensato per il suo lavoro e siamo stati contenti di averlo seguito per tutta la città fino alle tombe dei Merindi, su una collinetta, da dove c'è una vista meravigliosa. Sinceramente, anche dal roof top bar che ho nominato prima, la vista non era da meno, anzi. Oltre a trascorrere il pomeriggio in piscina, un giorno siamo andati in un hammam. Amina ha prenotato e ci ha accompagnati all'hammam Mernissi situato vicino alla Porta Azzurra, Bab Boujeloud. Non potevamo lasciare il Marocco senza essere stati lavati con il sapone nero, che è fatto di una pasta morbida, e strofinati per bene con un guanto e non con una spazzola come fanno in Turchia. Non è stata un'esperienza traumatica, almeno per me, per mio marito forse sì, ma non lo ammetterebbe mai. Non è riuscito a sfuggire al massaggio che non voleva fare e che non aveva neanche prenotato. E' stato trascinato con forza dentro la sala e massaggiato e questo mi ha divertito molto. Siamo usciti dall'hammam ben oliati, giusto in tempo per l'aperitivo prima del concerto del Duo Alhambra. Loro sono due chitarristi bravissimi che hanno suonato musica andalusa in un ambiente da mille e una notte. L'ultima serata a Fès rimarrà un bel ricordo e mi auguro di riuscire a visitare altre due città imperiali nel prossimo futuro. |