MoscaDal 21 al 26 Dicembre 2019 |
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SpaziOso
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Mosca è esagerata, l'aggettivo perfetto usato dalla mia amica Angela. Mosca è sfarzosa, il mio aggettivo per descriverla nel periodo natalizio. Addobbi che ho visto là non li ho visti
da nessuna parte. Prima della partenza per Mosca ho fatto una passeggiata in centro di Milano, ma quando sono uscita dalla metropolitana Lubyanka, sono rimasta a bocca aperta. Per
raggiungere l'hotel Budapest, dove abbiamo alloggiato 5 notti, siamo passati davanti al teatro Bolshoi e lungo il nostro percorso abbiamo visto solo i negozi di lusso. L'impatto è stato
notevole e la sorpresa piacevole. Molta gente scattava le foto davanti al teatro perché gli addobbi erano molto belli e di grande effetto. Non sono stati i turisti quelli che si facevano
fotografare, almeno non sono stati i turisti stranieri. D'inverno pochi decidono di visitare la Russia. Per fortuna ho avuto l'occasione di assaporare il freddo con la neve, tre anni fa a
San Pietroburgo. Questa volta ci è mancata tanto la neve e le temperature sono state più alte del solito, qualche grado sopra lo zero. E' stato il dicembre più caldo degli ultimi 150 anni,
così dicono.
I mercatini di natale non sono stati il motivo del viaggio. Chi va a Mosca per il mercatino di Natale? Credo, nessuno. Evitare di passare il Natale con i parenti potrebbe essere un valido motivo. Il mio era semplicemente il desiderio di vedere la città che devo vedere. I miei genitori che hanno viaggiato poco, sono stati in Russia negli anni ottanta e mi hanno incantata con i loro racconti. Sicuramente è stato il più bel viaggio della loro vita. Quattro giorni interi a disposizione sono stati sufficienti per visitare i siti principali. D'altronde le giornate sono state corte e grigie, e passare molto tempo all'aperto non è stato piacevole. Abbiamo rinunciato alla gita pianificata fuori città, a Sergiev Posad, causa mancanza di neve e tante cose a Mosca da vedere. Bisogna tenere conto che nonostante l'efficacissima metropolitana, si impiega parecchio per i spostamenti. A volte solo per attraversare la strada bisogna cercare il sottopassaggio e camminare tanto per raggiungere il punto desiderato.
Il punto di partenza per ogni visitatore è Piazza Rossa e la mia speranza di riuscire a vederla già la prima sera si è avverata. In venti minuti dal ristorante LavkaLavka, dopo deliziosi piati russi e qualche bicchierino di vodka, siamo arrivati in Piazza Rossa. L'emozione di essere là mi ha accelerato il battito del cuore e le luci mi hanno fatto girare la testa. Qualcuno dirà che è stata la vodka. Non importa, la sensazione buona è quella che conta! La mezzanotte ci ha raggiunti sotto la torre Nikolskaya, la torre con l'orologio e la stella rossa in cima. La piazza si è svuotata e pochi insieme a noi camminavano e sognavano ad occhi aperti. Era incredibile, romantico, poetico, silenzioso, misterioso, favoloso quello che mi ha trasmesso la notte moscovita. Il giorno dopo ci aspettava la visita del Cremlino. Ho prenotato tramite internet la visita del museo Armeria. Consiglio di farlo perché ci sono gli orari prestabiliti dell'ingresso, ogni due ore con quattro ingressi in giornata. Non si può perdere, è un gioiello che contiene le cose più preziose degli zar, dalle corone alle carrozze, vestiti, armi, uova di Fabergè. L'Uovo della Transiberiana con la sorpresa all'interno, il modellino del treno in oro, platino, diamanti, rubini, è la creazione indescrivibile. Le foto non si possono fare, beati quelli che l'anno visto. In piazza delle cattedrali c'era l'albero di Natale e pochi visitatori. Il cielo era grigio e le cupole dorate lo contrastavano dando un po' di luce e calore. Verso le ore 16.30 arrivava il buio. Le luci natalizie erano accese giorno e notte e di sera è stato più bello che di giorno. Anche il parco Zaryadye con il ponte sospeso sul fiume, la passerella con la vista spettacolare sulla città è stato più bello di sera. L'atmosfera era festosa e al palcoscenico con sottofondo le cupole colorate di San Basilio, si esibiva un gruppo rock. Di giorno siamo stati al Park Pobedy e sulla Collina dei passeri che è una dei sette colli di Mosca. Non abbiamo visto il panorama mozzafiato a causa della nebbia, ma abbiamo usato la funivia per scendere fino allo Stadio Luznik. Là ci siamo un po' persi cercando la metropolitana vicina, ma con l'aiuto delle persone fermate per chiedere le indicazioni, c'è l'abbiamo fata. Parlare della metro di Mosca, conosciuta per la bellezza e pulizia, è superfluo. Ne abbiamo viste quasi tutte e non voglio fare la lista delle top 5 o la top 10. Ecco, alcune immagini di quelle dove ho fatto le foto più belle. A proposito dei parchi, il leggendario parco VDNH o l'Esposizione delle conquiste dell'economia nazionale costruito nel 1939 e recentemente recuperato è da vedere. Per caso prima di partire ho visto un servizio in tv di quel posto e si parlava della pista di pattinaggio più grande d'Europa. 20.000 metri quadrati di ghiaccio all'interno di una cornice di decorazioni luminose di tutti i colori stordiscono i visitatori. Per riprenderci, riposare e recuperare le forze ci siamo fermati al ristorante armeno Ararat. L'edifico in cui è situato sembra un tempio greco e fa parte del centro espositivo. Ottimo cibo e vino, per chiudere la serata in bellezza, sono stati molto graditi. Entrare in ogni chiesa incontrata lungo il cammino è stato possibile, ma visto il loro numero non l'abbiamo fatto. Addirittura quasi non mi è dispiaciuto al Convento Novodevichy trovare gli edifici chiusi causa i restauri in corso. Invece, andare al cimitero situato al centro del convento, mi è piaciuto molto. Ho visitato molti cimiteri in diverse città e non perdo mai l'occasione di visitare uno. Per visitare il grande e prestigioso Cimitero Novodevichy abbiamo accettato l'aiuto della ragazza che lavora lì. Lei ci ha accompagnati alle tombe dei personaggi famosi raccontandoci qualche episodio particolare che gli riguarda. Al cimitero non c'era nessuno a parte noi tre ed eravamo gli ultimi visitatori della giornata. Abbiamo salutato Gogol, Chekhov, Bulgakov, Mayakovsky, Raisa Gorbachev e Boris Eltsin, solo per citare alcuni nomi. La cattedrale più grande di Mosca, Cattedrale di Cristo Salvatore è la sede del Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. La sua storia è molto affascinante e anche la sua posizione sul fiume Moscova, che dal ponte offre una bellissima vista sul Cremlino. Molto belli erano gli addobbi natalizi sul ponte. Un'altra tappa d'obbligo è stata la Galleria Tretyakov con la sua raccolta di icone russe oltre i dipinti degli importanti artisti russi. Non potevo non andare alla casa dove ha vissuto Tolstoj quando stava a Mosca. In via Lev Tolstoj 21 c'è la Tenuta di Khamovniki, la prima casa acquistata dalla famiglia che oggi è diventata museo. Le signore anziane sedute in ogni piccola stanza della casa, i custodi del museo, sembravano i personaggi usciti da qualche racconto del scrittore. La loro presenza, la loro tenerezza sono stati fondamentali per sentire la magia del luogo. Casa museo di Pushkin in via Arbat era chiusa quando siamo andati in esplorazione del quartiere. Per fortuna il leggendario Cafe Pushkin non lo era. Ho scoperto che è stato inaugurato nel 1999 e che è nato nei versi del cantautore francese Bécaud (la canzone si chiama Nathalie), mi ha stupito. Un'altra incredibile storia che potete trovare su internet e sicuramente conoscete la canzone.
Al Cafe ho mangiato la famosa torta russa che loro hanno nominato torta Pushkin e invece è Ptichye moloko. Sono andata in bagno sul consiglio di mio marito e ve lo raccomando. E' stato il modo di esplorare una parte molto bella del palazzo ottocentesco in cui si trova il locale. Siccome lì ho lasciato il Russian Red rossetto che ho preso prima del viaggio, vuol dire che ci devo tornare. Magari aspetterò che tolgono il visto come hanno già fatto per San Pietroburgo. Sarebbe bello vedere gli stessi posti nelle stagioni diverse. Forse prima torno a San Pietroburgo e il rossetto lo ricompro. Indirizzi utiliLavkaLavka, Petrovka Ulitsa 21, prodotti locali e ricette firmate con i nomi e cognomi, ottima cucina russa Lepim i Varim, Stoleshnikov 9/1, ravioli russi, pelmeni Tkemali, Pushechnaya 7/5, cucina giorgiana Tutti e tre ristoranti sono in zona dell'albergo Budapest dove abbiamo alloggiato e dove ci siamo trovati bene, ma non benissimo per i rumori della strada. Time Out Bar all'ultimo piano dell'hotel Pekin non c'è più, è stato chiuso nel 2018 e così abbiamo saltato l'aperitivo al Rooftop Bar. |