India

Dal 23 Marzo al 11 Aprile 2019
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In India ho smesso di sognare. Ho vissuto nel sogno che continuo a sognare.

Dopo una settimana dal ritorno è arrivato il momento di scriverlo.

Tutto ebbe inizio sei mesi fa con la telefonata alla mia amica Fiammetta che ha l'agenzia viaggi Lupetta.

Non ero del tutto convinta sulla destinazione desiderata da così tanto tempo. Cercavo un segnale, la conferma che l'India fosse il paese che volevo visitare. L'entusiasmo con cui Fiammetta mi ha parlato dell'India è stato decisivo per iniziare a pianificare il viaggio. Siamo partite con tour completo di Rajasthan prolungato con soggiorno al mare alle isole Andamane. I giorni a disposizione per farlo come si deve, non potevano essere meno di 20 e mio marito per fortuna è riuscito ad avere le ferie. Per la prima volta potevamo fare un viaggio di tre settimane e l'occasione è stata l'anniversario del matrimonio: il quarantesimo.

Un giorno parlando con un'amica del viaggio in india, mi ha nominato i posti che di solito si visitano e che non si possono saltare. Tra quelli più significativi Taj Mahal e Varanasi. Nel mio programma non c'era Varanasi e così ho cambiato quasi tutto perché avevo capito che dovevo andare a Varanasi. Ho fatto bene. È stato il luogo che ci ha colpiti di più e senza vederlo non sarebbe stato il viaggio perfetto. Le tappe del viaggio sono state: Delhi, Udaipur, Jaipur, Agra, Khajuraho, Varanasi, Kokaa, Port Blair, Havelock e Cennai.

A Delhi siamo arrivati di notte e prima di conoscere la città tre ore di sonno rigenerante sono state sufficienti. Alle 10 siamo partiti in esplorazione con la guida e l'autista che è stato con noi di quasi tutta la durata del tour. Il caldo era sopportabile e la visita del complesso di Qutb Minar, dominato dall'alto minareto in mattoni rossi, circondato da vasti spazi verdi, era piacevole. Il luogo non era affollato ed è stato un buon inizio del nostro primo giorno in India. Là siamo stati per la prima volta presi d'assalto dai ragazzi indiani che hanno voluto a fare le foto con noi. Hanno una vera passione per la fotografia e devo ammettere che più volte mi sono divertita tanto e in diversi modi. Solo per nominare uno, la prima mattina in spiaggia a Havelock, verso le 6:30 ho fatto un servizio fotografico ad un signore di Kolkata. Voleva essere fotografato in tante posizioni ed aveva tanta fantasia. Io ero paziente e lui esigente. Quando è uscito il sole ed ho iniziato a sudare, finalmente mi ha lasciato andare, dicendo che sperava di incontrarmi la mattina seguente alla stessa ora. Mi sono buttata nel mare e da lì seguivo con lo sguardo il "mio" indiano che si allontanava. Ha fermato un altro turista mattutino ed ha continuato a mettersi in posa per la foto. Dopo colazione ci siamo incontrati al bar e mi ha ringraziato per le belle foto che gli ho fatto. Ha chiesto al barista di scattargli una foto insieme a me e a mio marito.

Finita la parentesi e tornando a Delhi, la visita di mezza giornata ha incluso Jama Masjid, la moschea più grande dell'India, la Tomba di Humayun, il mausoleo per il quale si dice sia stato preso come modello per Taj Mahal ed il Raj Gat, il mausoleo del Mahatma Gandhi. Avendo a disposizione del tempo libero, nel tardo pomeriggio siamo andati a fare una passeggiata nella zona del nostro albergo. Nella Lonely Planet abbiamo trovato l'indicazione per Shahpur Jat, un villaggio urbano che si trovava proprio dietro il nostro albergo. È stato molto pittoresco camminare nelle strette vie sbirciando dalle porte aperte, osservando varie attività degli artigiani locali. È stata la prima volta che abbiamo visto un vero villaggio in una città.

Minareto della moschea di Qutb a New Delhi Moschea Jama Masjid di Vecchia Delhi Raj Ghat, dove è stato cremato Mahatma Gandhi Tomba di Humayun è stata usata come modello per la costruzione di Taj Mahal

A Udaipur siamo andati in aereo e il nostro autista signor Singh ci ha accompagnati in aeroporto e poi ha proseguito per Udaipur. Il giorno dopo era di nuovo con noi ed è rimasto con noi fino ad Agra da dove abbiamo proseguito il viaggio in treno.

Nostro autista Harbhajan Singh ci è rimasto nel cuore

Quando all' ingresso dell'albergo The Lalit Laxmi Vilas Palace, a Udaipur, il portiere di alta statura con il turbante arancione e baffi neri mi ha aperto la porta della macchina mi sono trovata nell' India dei miei sogni. Ero al settimo cielo. Davanti ai miei occhi da una parte c'era una bellissima terrazza con vista lago e dall' altra parte un bellissimo palazzo. Soggiornare in un edificio storico di grande atmosfera dei tempi passati mi ha catapultato in un altro mondo, all'epoca dei Maharaja e del l'Impero Indiano. Al tramonto tutte le sere sul prato verde sotto il terrazzo i musicisti suonavano la cornamusa con le melodie scozzesi. Mio marito ha accettato l'invito di uno che suonava il tamburo e la sua esibizione è stata molto apprezzata da parte mia. L'aria romantica di questo luogo era una scena da film in cui lui suona per lei e poi mano nella mano salgono le scale dove li aspetta il cameriere con il bicchiere di gin. Si siedono sul terrazzo sopra il lago guardando il sole che tramonta ed i contorni delle colline che svaniscono. Davanti a loro c'è un'anziana signora indiana, con una tazza di thè in mano e lo sguardo fisso sull' immagine fiabesca che ha tolto la parola a pochi presenti. Nessuno parla, nessun rumore, silenzio totale.

Facciata dell'albergo Lalit Davanti al nostro albergo ad Udaipur Suonare tamburo con l'orchestra indiano

Udaipur, la città bianca, Venezia dell'India si è presentata così la prima sera. Mi ha conquistata dal primo instante ed è al primo posto tra i luoghi visitati nel nord India. Con Ram, la nostra guida del posto, ci siamo trovati subito in sintonia. Ci ha portati al primo mattino a City Palace, un complesso immenso di edifici bianchi sulla sponda del lago. Da lì abbiamo visto il famoso albergo Lake Palace, il palazzo bianco immerso nel lago, con i prezzi che partono da 600 euro a notte. Nel pomeriggio abbiamo fatto una gita in barca e la vista era splendida. Le immagini scattate parlano più di mille parole e siccome ho tante cose da raccontare cerco di non sprecarle. La giornata passata a spasso per Udaipur, tra i templi, giardini, botteghe di artigiani si è conclusa con una bella scena che abbiamo visto sul muro sotto Citty Palace. Numerose scimmie si sono messe in posa con i loro piccoli attaccati al seno delle madri.

Vista sul lago e l'albergo Lake Palace Vista dall'esterno sul City Palace Scimmie con i piccoli su un muretto

La tratta più lunga in machina è stata per raggiungere la capitale di Rajasthan, Jaipur. Abbiamo fatto la strada che passava da Chittorgarh per fare la sosta alla grande fortezza, patrimonio dell'Unesco. Lì ha avuto luogo una storia affascinante legata alla regina Padmavati, raccontata in numerosi film. Su suggerimento della guida che ci ha accompagnati al ritorno abbiamo visto l'ultimo film del 2018 e ci è piaciuto.

Chittorgarh – torre della vittoria Forte di Chittorgarh Un tempio a Chittorgarh

Comprendere perché Jaipur è conosciuta come città rosa non è difficile, basta vedere il Palazzo dei venti simbolo della città. L'attrazione principale della zona è il forte di Amber. Noi, insieme a numerosi turisti, abbiamo scelto di visitarla a dorso di elefante. Se avessi letto prima l'articolo che riguarda il crudele addestramento degli elefanti che portano i turisti, non l'avrei fatto. All'interno della fortezza ci sono tante stanze decorate con ogni genere di cose preziose che si sono potute conservare nel corso del tempo. La più suggestiva, senz'altro, è il salone degli specchi. Secondo l'informazione ricevuta è più grande del quello di Versailles che è al secondo posto. Passeggiando negli appartamenti del maharaja e quelli delle mogli e concubine, si riusciva immaginare il loro stile di vita. Ho avuto la visione di mille e una notte che la stessa sera si è avverata in un ristorante romantico e di grande atmosfera con i musicisti locali. Dall'ultimo terrazzo, dal tetto dell'albergo Pearl Palace dove è situato il ristorante, ho guardato il panorama notturno che non era gran che, ma io stavo alla grande.

Palazzo dei venti a Jaipur Salita sul Forte Amber sulla schiena di elefante Ingresso al palazzo del re a Forte Amber Un parco nella fortezza Amber La sala degli specchi

Agra è stata la tappa successiva, ma prima di raggiungerla abbiamo fatto due interessanti soste. La prima è stata particolarmente interessante. Si trattava di un pozzo a cui si accede con una serie di stretti gradini; si trovava ad Abhaneri. Potrei descriverlo come una piramide capovolta che in fondo contiene l'acqua. Non ho mai visto una cosa del genere. Di fronte c'era un tempio induista. Là mi sono fata legare un nastro rosso e giallo al polso da un santone. La dea della Gioia e della Felicità è la padrona del tempio e di sicuro lo sarà anche con me. D'altronde tutti quelli che si recano in India, credenti o non credenti, non rimangono immuni davanti ai numerosi dei induisti. India è spiritualità e quando uno parte per l'India spesso gli amici gli chiedono se va a trovare sé stesso. Io ho aspettato a lungo perché avevo paura di perdermi in India.

Un pozzo ad Abhaneri a forma di una piramide rovesciata Un santone durante la preghiera

Taj Mahal si trova ad Agra, fa parte di sette meraviglie mondiali ed è il simbolo dell'amore. È la meta perfetta per i viaggi di nozze e gli anniversari matrimoniali. Anche se si tratta di una tomba costruita dall'imperatore per la sua amata moglie è un monumento talmente grandioso, bianco e luminoso che emana l'amore. Abbiamo avuto la fortuna di trovarlo senza impalcatura, bello pulito, in condizioni perfette per la foto romantica mano nella mano con lo sguardo rivolto verso Taj Mahal. Nonostante numerosi turisti la nostra guida non ha avuto problemi a creare spazio vuoto intorno a noi per scattarci le foto. Ci siamo divertiti molto in questa gara, chi fa la foto più bella o più insolita come questa dove mio marito si è sdraiato sulla panchina. La nostra guida ha detto, così nessuno l'ha mai fatto. Ad Agra non c'è solo Taj Mahal: c'è il Forte Rosso, il Mausoleo di Akbar, più grande imperatore moghul e la città fortificata Fatehpur Sikri, la capitale dell'impero moghul situata nei dintorni. L'abbiamo vistata il giorno dell'arrivo ad Agra ed è stata la seconda sosta interessante.

Taj Mahal incorniciato dalla porta d'ingresso Noi in posa davanti a Taj Mahal Taj Mahal - vista laterale sulla facciata

E così, per citare la battuta di mio marito, siamo arrivati Via Agra (leggere insieme) ai templi di Kamasutra a Khajuraho. Quasi 3 ore di treno fino a Jhasi e poi altre 4 ore fino alla destinazione. Il viaggio in macchina è stato molto interessante perché lungo la strada abbiamo incontrato numerosissimi pellegrini che ogni anno in quel periodo percorrono 200 chilometri fino ad un santuario. La processione è stata molto rumorosa, accompagnata da macchine che trasmettevano musica a tutto volume, credo per stimolare quelli che camminavano. Sicuramente non era un compito facile perché il sole picchiava forte e la strada era lunga. I volti delle persone giovani erano gioiosi, dimostravano il loro divertimento, una grande festa in grande compagnia. Ci è capitata anche una processione dei giainisti, con i monaci nudi in mezzo. A Khajuraho abbiamo visitato un loro tempio e abbiamo approfondito la scarsa conoscenza di questa religione che non ha molti seguaci.

Fortezza di Orchha Un oldtimer, per intenderci, quello a sinistra Pellegrinaggio di decine di migliaia di perso; erano presenti anche Giainisti

Il complesso dei templi con le sculture erotiche non è molto vasto e per nostra fortuna non era nemmeno molto affollato. Ammirare i magnifici bassorilievi in pace, passeggiando nel parco che si estende tutto intorno è stato bellissimo. Anche certe scene che dimostravano le posizioni insolite, non erano male; c'è sempre da imparare.

Uno dei templi di Khajuraho Khajuraho - basso rilievo con una scena di Kamasutra Fiori rimbelliscono l'atmosfera di Khajuraho

Nel pomeriggio abbiamo preso l'aereo per Varanasi. Direttamente dall'aeroporto siamo stati catapultati sul set di Star Wars, la sensazione era quella. Le nostre valigie sono rimaste in macchina e noi abbiamo seguito Prince, il principe di Varanasi, una guida molto particolare. Seguirlo in mezzo ad un traffico difficile da descrivere è stata una grande esperienza spirituale. Cercando di non perderlo di vista, non potevo fare caso alle macchine, moto, biciclette, mucche che mi passavano accanto. Stavo in centro di un luogo caotico con la sensazione di stare dentro una bolla molto tranquilla ed ero protetta, non poteva succedermi niente. Le viuzze e passaggi che abbiamo percorso con Prince per arrivare al Gange sono stati molto suggestivi, d'altronde a Varansi tutto, ma proprio tutto è stato molto suggestivo. Un ragazzo ci ha accompagnati nel luogo dove bruciano i morti perché Prince non poteva farlo. Ha detto che se ci avesse portato non avrebbe più potuto tornare indietro, nel mondo reale.

Quando sono entrata nella zona dei morti, avevo pelle d'oca. Non c'era odore sgradevole perché viene coperto con fiori e spezie. Abbiamo visto un ragazzo vestito di bianco, era in lutto, era evidente dal modo come era vestito e dalla testa rasata. La cerimonia, Ganga Aarti, la preghiera che si svolge tutte le sere davanti ai pellegrini ed i turisti era un vero spettacolo. I sette monaci con i vestiti dorati si muovevano con grande eleganza, seguiti dai suoni dei campanelli e dal fumo dell'incenso, e recitavano le preghiere. Pregano il fiume sacro, considerato la madre della vita. La scena era magica e di forte impatto, come quello del crematorio.

Una passeggiata nel centro di Varanasi Pira funeraria sulla riva di Gange

All'alba abbiamo assistito al rituale in cui i pellegrini si bagnano nell'acqua del fiume, purificandosi dai peccati. Noi eravamo nella barca, il sole si alzava dietro le nostre spalle, la gente si lavava nel fiume, la bellezza del momento era commovente. Non siamo stati nemmeno 24 ore a Varanasi, ma quello che ci ha lasciato è indimenticabile, decisamente la parte del viaggio più significativa.

Il sole sorge dal Gange Lavaggio mattutino degli induisti nel fiume Gange Varanasi - vista dalla barca sul Gange, il fiume sacro per gli induisti

La città di Kolkata è stata per noi una breve sosta di passaggio necessaria per raggiungere le Andamane. Un po' stanchi e pieni delle emozioni vissute il giorno precedente abbiamo deciso di rilassarci. Siamo rimasti in albergo, sfruttando la piscina e la Spa per il massaggio. Abbiamo cenato presto e siamo andati a letto presto perché alle 3 di notte dovevamo partire per l'aeroporto. È stato l'ultimo sforzo e poi ci aspettavano 8 giorni al mare.

La cartina del nostro viaggio

La carta di India e di isole Andamane con il nostro itinerario

Isole Andamane