Isole Andamane |
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L'arcipelago delle isole Andamane si trova nel Golfo del Bengala vicino alla costa birmana. Kolkata è la città indiana più vicina al capoluogo Port Blair; due ore di volo. Alle 8 di mattina eravamo già là. Siamo stati
informati che il traghetto per Havelock, la nostra destinazione finale, partiva alle ore 14. Per non farci aspettare a lungo al porto ci hanno portati in un albergo, un po' fuori dal centro. L'autista è andato via
dicendo che alle 11:30 sarebbe venuto a prenderci. Il posto era carino con la terrazza vista mare, ma io volevo vedere la città. Con l'aiuto della ragazza dell'albergo che ci chiamato un tuk- tuk, siamo andati a visitare
il carcere. È una delle poche attrazioni di Port Blair, costruito dagli inglesi nell'800 dove tenevano soprattutto i prigionieri politici che volevano l'indipendenza dell'India ottenuta nel 1947. Come al solito da quelle
parti, trovare un bar per prendere qualcosa da bere, non esiste, almeno non del tipo che siamo abituati nel nostro mondo occidentale.
Al porto ci hanno consegnato un foglio con le regole da rispettare sulle isole. Purtroppo, non l'abbiamo conservato, ma abbiamo praticato il bagno fino al calare del sole perché dopo il tramonto è vietato fare il bagno e stare in spiaggia. Durante il nostro soggiorno è stata aggiunta una nuova ed insolita regola: la chiusura del bar ed il divieto di consumare gli alcolici un paio di giorni prima delle elezioni politiche nazionali. Per fortuna è successo alla fine del nostro soggiorno a Havelock. Abbiamo raggiunto Havelock in un'ora tre e trenta minuti, con un traghetto. Il nostro eco lodge Barefoot, situato sulla spiaggia privata numero 7, valutata dalla rivista Time come la spiaggia più bella di tutta l'Asia, era distante altri venti minuti in macchina. Il tragitto in mezzo alla natura rigogliosa prometteva molto bene. Imboccando uno stretto sentiero non asfaltato siamo arrivati alla ricezione nella giungla. L'atmosfera rilassata con i suoni della natura dal vivo, e non quelli registrati, mi hanno subito fatto sentire parte del posto. Abbiamo preso la chiave e la torcia che ci serviva di notte per trovare la nostra casa. Il piccolo bungalow con la targa "Mr. Gino & Family" è stato la nostra dimora per 8 giorni; ci sentivamo a casa. Abbiamo assaporato in pieno la vita nella natura seguendo il ciclo naturale. Ci svegliavamo presto, verso le 6:30, e andavamo a letto prima delle 22.00; la sensazione era bellissima. Le giornate scorrevano a ritmo lento, ma passavano in fretta. Iniziavano con un caffè sul terrazzino, passeggiata in spiaggia e il bagno, poi la colazione, ritorno in spiaggia, pranzo, spiaggia, aperitivo, cena, letto. Ho apprezzato molto la gestione della struttura; non hanno snaturato niente. In spiaggia non c'erano né ombrelloni, né sdrai, né bar, nessuna attività, la bellezza naturale era protagonista ed era più che sufficiente. La pochissima gente presente ha contribuito a far sì che questo angolo di paradiso non sembrasse vero. I posti così incantevoli sulla terra ci sono, ma sarà sempre più difficile trovarli.
Non abbiamo avuto la fortuna di incontrare Rajan, l'elefante adottato da Barefoot Resort, famoso perché nuotava nel mare. Purtroppo, è morto nel 2014 all'età di 66 anni. Nel film "The Fall" c'è lui in una scena e noi l'abbiamo visto al ritorno. L'immagine delle Andamane è quella di una lunga spiaggia bianca con l'elefante. Anche noi aspettavamo di vedere gli elefanti, almeno sull'Elephant Beach. Questa spiaggia è raggiungibile in due modi: con la barca dal porto principale o con un trekking di 40 minuti. La notizia di scarsa probabilità di incontrare gli elefanti, perché ne sono rimasti solo tre esemplari sull'isola, non ci è piaciuta. La guida che ci ha portati in spiaggia attraverso la fitta giungla, ha detto che se saremo fortunati, li potremo incontrare. Le attività che di solito si svolgevano là sono state tutte sospese causa un incidente successo ad un turista poco tempo prima. Non si poteva fare nemmeno il bagno. Il mare era bellissimo e per numerosi turisti indiani era sufficiente farsi le foto. Almeno la mia impressione era quella. Speranza di fare snorkeling se né andata e giusto per fare qualcosa ho deciso di fare l'unica cosa che c'era: un giro in barca con fondo trasparente. Abbiamo aspettato più di un'ora per un giro di un quarto d'ora, durante il quale non c'era niente da vedere. È stato bello osservare l'entusiasmo degli indiani e scambiare i favori scattando le foto a loro e con loro. Ma siccome c'è sempre un perché... se non ci fossimo fermati per la gita in barca, potevamo perdere un momento magico: l'arrivo degli elefanti! Dietro le nostre spalle sono spuntati due elefanti accompagnati da un uomo. L'emozione è stata grande e la guida ha detto che siamo molto fortunati. Il ritorno è stato meno faticoso; la felicita è un ottimo doping. L'ultima sera nel resort ci hanno organizzato una cena romantica con le candele intorno al tavolo, appartato sul prato. Il cuoco è venuto a salutarci e devo dire che il cibo era ottimo. In camera ci hanno riempito il letto con i palloncini bianchi e rossi e petali di rose. Il personale era adorabile. Quando li ho salutati, ho avuto un attimo di malinconia, mi sentivo felice e triste nello stesso tempo. Ho desiderato di non dimenticare quel sentimento. Adesso che ho finito a scrivere il diario il mio viaggio è finito. Ci ho messo tanto a scriverlo perché non volevo che finisse mai. Stamattina mia cara amica Annalisa ha detto: prima o poi tutto finisce, ma per lasciar spazio a nuovi inizi. |