Città d'oro |
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Secondo giorno, seconda traversata del ponte Carlo direzione Castello. Il sole c'era ma non riscaldava. Il freddo di fine novembre era sopportabile e la salita sulla via Nerudova
altrettanto. Il Muro di Lennon a Mala Strana, nelle vicinanze dell'isola Kampa mi ha emozionata. Fu costruito all'epoca del comunismo e negli anni 80 dopo la morte di Lennon divenne
simbolo di pace, amore e fratellanza. Il mondo aveva perso un grande personaggio e i giovani praghesi si identificarono con lui guidando la protesta contro il governo.
Dopo questa piccola parentesi (era di strada) via verso il Castello, ma la vetrina di un bar con l'assenzio era troppo invitante. Non era ancora mezzogiorno, mancava mezz'ora, troppo presto per bere? Ci è bastato lo sguardo per la risposta: no! Finalmente l'occasione per assaggiare la fée vert grazie alla quale gli artisti francesi di fine 800 inizi 900 si inebriavano anche per trovare ispirazione per le loro opere. Considerando il numero di bar e negozi dove si vende l'assenzio è ovvio che è diventato una cosa turistica, un souvenir da Praga. Arrivo davanti al cancello al momento giusto, le guardie armate e le altre con le trombe e tamburino sfilavano nel cortile del palazzo e tra le finestre. La musica ci ha accolte e ha accompagnato il nostro ingresso al castello. Anche il sole faceva la sua parte. La cattedrale di San Vito lasciava senza fiato, esterno e interno senza distinzione. Le grandi vetrate colorate, illuminate incantano i visitatori e all'esterno i numerosi gargoyle danno quella sensazione di protezione dai demoni che possono avvicinarsi alla cattedrale. Il Vicolo d'oro (Zlata Ulicka) è un altro gioiello con le sue minuscole case dove vissero personaggi famosi e non (di cui Rodolfo II d'Asburgo, signore incontrastato della città, si era circondato durante il suo regno) tra i quali, al numero 22, anche per un breve periodo Franz Kafka. Sbirciando dentro o entrando con un po' di difficoltà si "entra" nella vita passata, si incontrano oggetti di una volta, alcuni ancora in uso, altri irriconoscibili. Prima di scendere dalla collina volevamo raggiungere Strahov: il monastero era la nostra meta perché nel suo interno c'è un microbirrificio con il S. Norbert pub. Praga è città di birra e l'indirizzo che Maddalena ha avuto da un amico, che era stato lì di recente, era assolutamente da provare. In fondo ci sono i nomi e indirizzi dei ristoranti, bar, birrerie e negozi raccomandati e provati. Klasterni Pivovar è uno di questi. Appena uscite dalle mura del monastero abbiamo assistito a un'incredibile visione di Praga, la luce del sole dalla cattedrale aveva riversato una striscia d'oro sulla città. Il cielo era quasi nero, ma il sole aveva trovato il modo per aprirsi al momento giusto così per offrirci un'immagine, un breve momento immortalato e condiviso con altre quattro persone, turisti "miracolati". L'ultimo giorno l'abbiamo dedicato alla parte nuova della città, Nové Mesto, dove tra gli altri punti di interesse turistico si trova la Casa danzante chiamata anche Fred & Ginger (Astaire e Rogers, famosa coppia dei ballerini). Devo dire che mi è piaciuta quella casa "morbida" e mi ha ricordato vagamente un vaso di ceramica che ho fatto qualche anno fa ispirandomi ai ballerini di tango. Forse questo pensiero ci ha portate a un negozio di antiquariato dove ci siamo fermate a lungo a scegliere le tazze da tè, prima di entrare nella famosa birreria che si trova nella stessa via Kremencova, U Fleku. La visita d'obbligo è per l'ambiente, la birra e la musica da vivo, ho riconosciuto una canzone molto bella "Marijana". Sono riuscita a comunicare con i cechi in croato e addirittura ho riconosciuto le loro canzoni popolari che sono tali anche in Croazia. Naturale, siamo slavi, spero che "krtek" mi perdonerà, all'inizio del soggiorno non ho capito subito quanto siamo ancora vicini. Indirizzi utili
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