Gruppi etnici |
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Il posto dove abbiamo incontrato diversi gruppi etnici è stata la città di Opuwo. Subito all'ingresso sono rimasta colpita dalla varietà della gente per strada. Non solo per il loro abbigliamento, ma anche per il colore della pelle, rossi, neri, bianchi, mezzi nudi e con i vestiti pomposi. Mi è sembrato di stare su un altro pianeta e mi piaceva tanto. Al supermercato in coda c’era una donna di pelle rossa con petto nudo del popolo Himba, un’altra con il vestito lungo e un copricapo con le “corna” che è la caratteristica delle donne Herero, un uomo nero vestito all’occidentale e in mezzo a loro io, bianca con i capelli biondi. Ma, dove sono?! La foto dell'uomo con la sua bella signora deve essere raccontata. Li ho visti da lontano camminare nella mia direzione e ho cercato di riprenderli con la mia macchina fotografica. Loro si avvicinavano, io li seguivo con lo sguardo e l’uomo mi guardava sorridendo. Mentre mi passavano accanto il desiderio di scattare la foto è stato allontanato per il rispetto delle persone. Sono certa che l’uomo aveva capito la situazione e l’avevo capito anch’io quando si sono incrociati i nostri sguardi. Era il l momento in cui lui si è girato dicendomi con gli occhi:”vuoi fare questa foto o no?”. Ho alzato la macchina fotografica, lo guardato negli occhi e ho capito che sarebbe stato felice se gli scattassi una foto. E' stato un momento non bello, di più. Gli ho mostrato la foto ringraziando e ci tenevo a raccontare questa magnifica esperienza di comunicazione. Per poter visitare i villaggi ci siamo rivolti alla sua maestà Queen Elisabeth. Queen Elisabeth è una donna del popolo Himba, la guida della quale abbiamo avuto il numero dall’agenzia. Ci ha detto che è stata segnalata su Lonely Planet, ma non lo verificato. Dato che dovevamo visitare i tre villaggi abbiamo fatto la spesa: tre sacchi da 10 chili di farina, 3 litri d’olio, burro, zucchero e le arance, più 100 dollari namibiani a testa per ogni villaggio. Abbiamo speso quasi quaranta euro a testa e sinceramente non pensavamo che ci costasse così tanto. I tre villaggi visitati erano dei Himba, Herero e del popolo Bantu fuggito dall’Angola a causa della guerra. Ci hanno mostrato alcune delle loro usanze, le loro case ed i loro oggetti messi in vendita, il mercatino per i visitatori. Devo dire che non mi hanno fatto una buona impressione a differenza del popolo San o Boscimani che abbiamo incontrato qualche giorno prima, mentre alloggiavamo a Omandunba. Incontrare questo piccolo popolo di cui ho sentito parlare quando anch’io ero piccola era emozionante. I loro sorrisi, curiosità e dolcezza nei movimenti testimoniavano il loro famoso carattere pacifista. Si tratta di uno dei popoli più antichi della terra; sono cacciatori e raccoglitori, come erano sicuramente i primi uomini sulla terra. Abbiamo visto le loro trappole fatte con qualche ramoscello e un pezzetto di corda. Ci hanno fatto sentire la loro lingua fatta di diversi “clic”, le loro canzoni e le danze tradizionali. Questo posto è un museo vivente dove i San con grande orgoglio mostrano la propria cultura. Visitandoli aiutiamo a conservare una parte del mondo che sta scomparendo. Purtroppo un altro museo vivente del popolo Damara non abbiamo visto perché i miei compagni di viaggio non erano interessati. Alla fine bisogna dire che il popolo namibiano non sono solo le etnie di colore, ci sono anche i bianchi di cui la maggior parte discende dai tedeschi e dagli afrikaner.
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