StromboliDal 15 al 18 Settember 2013 |
SpaziOso
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Quando apparirà il cono fumante? Non volevo perdere la prima visione. Ero eccitata e quando l'ho visto emozionata quasi come davanti alla Grande muraglia quest'estate. La giornata era splendida i colori intensi e grazie a qualche nuvola le sfumature erano tante e cambiavano continuamente. La sabbia nera accarezzata dalla schiuma bianca el mare blu era la combinazione perfetta. Salendo verso la piazza ammiravamo le case, tutte rigorosamente bianche incorniciate dai fiori e le piante. Era una "preparazione" per la visione che si apriva arrivati in cima davanti alla chiesa; un grande terrazzo affacciato sul mare. Non cercherò di descrivere la vista perché non sono una poetessa. Guardate le foto, io vado avanti e mi fermo al Ritrovo Ingrid per una birra. Ingrid Bergman nel 1950 ha girato il film a Stromboli e il bar-ristorante che ho nominato ha preso il suo nome. Quando siamo stati là, la prima volta non sapevamo che sarebbe stato il posto dove tutte le mattine facevamo la colazione e più volte anche un spuntino con arancino, buonissimo. Cosa dire delle granite, cannoli, bomboloni con la crema... L'escursione al vulcano, che assolutamente volevamo fare, causa il peggioramento del tempo era da fare lo stesso giorno del nostro arrivo. Non abbiamo esitato a prendere la decisione e un paio di ore a disposizione erano sufficienti per lasciare le valigie in un bellissimo B&B Pedra e fare un bagno. Dovevamo noleggiare i scarponi e le torce e presentarsi in piazza da dove partono le escursioni organizzate da diverse agenzie. Non si può andare senza guida e la nostra era Carlo. Ci ha distribuito i caschi dicendo che il tragitto non è difficile, intorno tre ore con le soste per raggiungere la cima 924 m e due ore per la discesa. Si parte, tutti belli carichi, e non solo di zaini, bastoni, bottiglie d'acqua, scorte di cibo, maglie di cambio i kway, macchine fotografiche. Eravamo carichi di entusiasmo di incoscienti, almeno nel mio caso, quelli che non sano quello che fanno o quello che gli aspetta.
Alla prima sosta di 250 m il mio morale non era compromesso, ma raggiungere 500 m mi ha messo a dura prova e ho deciso di rinunciare. Eravamo solo a metà strada, ero a pezzi
e mentre riprendevo il fiato guardavo i miei compagni; non erano provati. Certamente erano le persone che fanno trekking, avevano i bastoni, a me invece solo una bombola d'ossigeno
poteva aiutare. Detto questo ho cambiato l'idea e ho deciso di continuare. Era una decisione incomprensibile, una vera pazzia o una sfida con se stessi? Direi una sfida pazza con
lieto fine. Sono arrivata prima del gruppo grazie al aiuto di Carlo che mi ha tirata l'ultimo pezzo.
Ero al settimo cielo, stremata e felice di essere a pochi passi dal cratere che fumava. L'odore di zolfo era forte e si sentiva il suono del vulcano. Ogni tanto si vedevano i buchi incandescenti che sputavano le fiamme. Sapevamo che il vulcano è poco attivo ultimamente e che a volte non si vede proprio niente. Noi qualcosa abbiamo visto e imparato: non sapere cosa ti aspetta è un bene perché ti porta a raggiungere l'obiettivo al quale rinunceresti senza ne anche provare. Sono stata chiara: se sapevo non partivo, ma quando parto arrivo! Un consiglio per non preparati ("no trekking") godetevi il vulcano dal Osservatorio, il ristorante situato al altezza di 200 m, raggiungibile con la navetta del ristorante. Una bella cenetta a lume di candele sotto il celo stellato ed il vulcano infiammato... cavolo... potevo là recitare al mio marito la poesia che ho scritto e che lui voleva sentire in cima del vulcano. La poesia dedicata al vulcano, dimenticata per lo sforzo e la gioia di raggiungerlo.
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