PechinoDal 23 Giugno al 25 Giugno 2013 |
SpaziOso
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La via più breve per arrivare in Tibet è da Nepal. Noi non l'abbiamo scelta perché abbiamo letto su un forum che ci sono dei problemi per ottenere il visto. Siccome nessuno di noi è mai stato in Cina ci piaceva l'idea di vedere alcuni posti di fama mondiale a Pechino e Xi'an, ma anche di andare a Lhasa in treno. Il primo obiettivo era una delle sette meraviglie del mondo; La Grande Muraglia. Per i Cinesi, chi non è mai salito sulla Muraglia non è un vero uomo, questo dice tutto sull'importanza di questo luogo. Quando è apparsa davanti ai nostri occhi, spuntando dalle nuvole è stata un'emozione forte, di gioia e di stupore. Un grande serpente che serpeggiava le montagne avvolte nella nebbiolina, un quadro meraviglioso. Affrontare la ripida scalinata con questo spirito gioioso non è stato difficile. Salivamo da una all'altra torre... "ancora una e poi basta" ... fino ad esaurimento delle forze. Camminavamo insieme con tante persone, giovani, vecchi, bambini... tutti "uomini veri".
Visita alle Tombe Ming, che erano sulla strada al ritorno per Pechino o Beijing, non poteva essere saltata. Un mausoleo dove sono sepolti quasi tutti gli imperatori della
dinastia Ming con le loro mogli, tredici dai sedici imperatori. Pochi visitatori che abbiamo incontrato hanno contribuito a sentire la pace, pace eterna dell'altro mondo.
Hanno scelto bene il luogo dove riposare, un bellissimo posto tra le colline, circondato dagli alberi secolari.
Il secondo giorno ci siamo dedicati alla Città Proibita con i suoi più di ottocento palazzi dove abitavano gli imperatori della dinastia Ming e Qing. L'entrata è situata al bordo
della Piazza Tienanmen, sotto la grande foto di Mao Tse-tung. Tantissima gente in coda e altrettanti poliziotti che non permettevano la sosta. Secondo Unesco è uno dei cinque
palazzi più importanti del mondo, costruito seguendo i canoni armonici dell'architettura cinese dove si distingue nettamente la parte privata dalla parte lavorativa. Nella parte
dove si lavora non ci sono spazi verdi per non distogliere l'attenzione dall'oggetto di lavoro, niente distrazione. Interessante come concetto.
Nel centro della Città si trova la Sala della Suprema armonia con il trono dorato imperiale. La nostra guida cinese Linda spesso nominava la parola "armonia" che è importante per comprendere meglio la cultura orientale. Visitando le stanze private dove la parte importante, e per me la più affascinante, apparteneva alle concubine pensavo al film "Le lanterne rosse". La storia triste della concubina famosa, Magnolia, che ci ha raccontato Linda mi ha fatto per l'ennesima volta pensare quanto è bello non essere "nessuno"... appartenere ad un mondo "normale". All'uscita dalla Città Proibita si trovano i Giardini imperiali. Vale la pena salire fino all'ultima pagoda per la splendida vista, anche nel caso della foschia. Vedere dall'alto è sempre differente dall'essere "dentro", la prospettiva cambia e ci rendiamo conto della misura, soprattutto la nostra. Arrivare al mattino presto a Pechino ci ha permesso di fare un "extra" nel nostro prestabilito programma. La giornata era splendida, la stanchezza tanta, ma non potevamo perdere più di due ore per un riposino. Un viaggiatore conosce bene le regole: "Dormire poco, mangiare poco, camminare tanto", parole di cui ci ricordiamo spesso e le ha pronunciate durante un viaggio la nostra guida Guatemalesca. Il Tempio del cielo (Tiantan) in un splendido parco era il posto perfetto per passare la domenica che era il nostro primo giorno a Pechino. Faceva molto caldo ed era piacevole stare in ombra e osservare le attività sportive e ricreative che includevano i balli, la musica, i concerti con strumenti mai visti. Il Tempio del cielo è un luogo molto importante dove l'imperatore (il figlio del cielo), 3 volte all'anno faceva i riti e sacrifici al cielo e alla terra. I riti propiziatori per il buon raccolto e la pioggia fatti personalmente dall'imperatore che si preparava digiunando e rinunciando a diverse cose della vita quotidiana, dimostrano il suo legame con il suo popolo. Un altro bell'esempio da copiare per i capi dei nostri stati attuali.
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