Mercatino El Rastro25 Aprile 2010 |
SpaziOso
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Domenica mattina, anche se erano già passate le 11, al famoso mercato delle pulci madrileno che si estende per tutta la lunghezza della Calle de la Ribera de Curtidores e nelle stradine adiacenti, nel quartiere di El Rastro. I mercatini sono la mia passione assoluta. Ore e ore tra le bancarelle a seguire mia moglie che non ne salta manco una, per me e' una vera gioia. Sempre le stesse cose; i vestiti, le borsette, le scarpe, la bigiotteria, ma anche l'antichità e roba varia tecnica (ma a chi serve un vecchio modello di un rubinetto usato?). Un fiume di persone che scorre in entrambe le direzioni e io non so dove mettermi, in attesa che lei si sposti tra le due bancarelle. Ma devo dire che è anche molto carina. Ogni tanto, per svegliare il mio interesse mi fa notare qualcosa di interessante: "Vedi questa maglietta? Soltanto 10 euro e a Milano ho vista una uguale in uno dei negozi del centro che costava attorno a 50 euro. Ma quanto è buffa questa T-shirt con Pinocchio." Insomma, cerca di alzare il mio morale. Mo io sopravviverò anche questa volta. Dico a me stesso che ci sono delle cose peggiori su questo mondo, che c'è gente che ha dei seri problemi di salute (io, grazie a dio, sto ancora bene), in Africa tanta gente non ha da mangiare e da bere, e nelle ultime catastrofi naturali tante persone sono morte o sono rimaste senza niente. Io, questa mercatino cerco di sfruttarlo per la mia crescita spirituale, per controllare le mie emozioni (ma guarda dove cammini pirla, mica e' un tuo mercatino privato, questo), le mie disperazioni (devi comprare qualcos'altro? Abbiamo soltanto i bagagli a mano che non devono superare il limite di 10 chili a persona), le mie rassegnazioni (sì, è bellissima – comprala pure se ti piace). Siamo entrati nella zona dei libri usati (chissa' come, cioè come sono stati usati) e comincio a cercare qualche titolo sulle tecniche Zen, ma dopo mi viene in mente che io non me la cavo con lo spagnolo. Ma anche la biro è contro di me. Mi sono trovato un po' di divertimento scrivendo questo articolo dal vivo, camminando trascinato dalla folla, riuscendo a scrivere comunque due righe nonostante continui urti che subisco. E non c'è nemmeno un posto dove vendono le biro? Alla fine ho dovuto cedere. "Blanca (fingo di parlare lo spagnolo), hai per caso una biro? Ma certo, eccola!" Ed ecco la dura verità: senza di lei non avrei finito nemmeno questo misero testo. "Caro, guarda che qui vendono gli LP. Perché non ti compri uno (e lo metto nello zaino?)? Ma che bel poster per il tuo studio. Il colore si abbinerebbe perfectamente (comincia a parlare anche le lingue straniere?) con il monitor del tuo PC. Te lo prendo? No amore, grazie (c'è limite di un bagaglio solo, e questo, viste le dimensioni, non si può infilare nello zaino nemmeno volendo). Guarda che non c'è più posto sui muri e sarebbe scomodo attaccarlo sul soffitto. Sei stanco? Vuoi che ci fermiamo un po' e prendiamo una birra?" Mi conosce troppo bene, su questa ci casco sempre. Il resto della giornataAppena usciti dall'albergo e arrivati a Gran Via ci siamo imbattuti in maratona di Madrid (in quel momento non lo sapevamo, ma il giorno dopo la cosa si è chiarita). La strada era ovviamente chiusa al traffico ed è rimasta tale anche per il resto della giornata in quanto di sera c'era un grande concerto con il quale si festeggiava il centesimo anniversario della Gran Via.Dopo la visita al mercatino, visto che eravamo già in zona, siamo andati a pranzo nella calle Cava Baja dove avevamo cenato la sera precedente. L'intenzione era trovare qualche bar carino con tavoli all'aperto, ma nemmeno per sogno. Sembrava che tutti gli abitanti della città siano usciti dalle proprie case, ricordo che era domenica, e hanno deciso di mangiare fuori. Alla fine la fame ha prevalso ed abbiamo trovato un tavolo libero all'interno di un locale. Un pranzo leggero, un'insalata con formaggio fuso (curiosa) e un bicchiere di sangria, dopodiché ci siamo diretti nella nostra camera per un pisolino pomeridiano. La dormitina si è prolungata e così verso le 5 di pomeriggio ci siamo diretti al Museo di Prado, l'attrazione principale di Madrid. Seguendo il bellissimo Paseo de Prado, siamo arrivati al museo e là abbiamo avuto uno piccolo shock: una coda chilometrica (esagero un po', ma c'erano almeno 300 m). Io odio le code. Ci siamo diretti verso l'entrata è là abbiamo saputo che la domenica l'ingresso è gratuito. Ci siamo messi in fila e a nostra sorpresa in dieci minuti eravamo dentro; mai visto una coda così veloce. Ci siamo prevalentemente dedicati a Goya. Il museo dispone di una collezione enorme dei sui quadri dai vari periodi della sua vita. Passate due ore a visitare il museo avevamo un po' di sete e di fronte si vedeva un bar molto carino… La cena in un ristorante specializzato in pinchos. Sinceramente, non ho capito bene qual è la differenza tra pinchos, toast e tapas; mi sembra tutto una bruschetta. Erano passate le 9 e dovevamo aspettare per una buona mezz'ora per avere un tavolo all'aperto (all'interno faceva troppo caldo). Buono, ma niente di esaltante. |