Van28 e 29 Giugno 2010 |
SpaziOso
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E' il 29 giugno, il quarto giorno in Turchia. Sono le 8.30, guardo l'acqua verdastra, torbida del lago di Van nella quale ieri ho fatto il bagno. L'acqua è calma e l'unica barca che si vede all'orizzonte è una barca a vela che sta ferma. Il mio sguardo esplora le montagne che circondano il lago, le montagne vulcaniche, non c'è una nuvola. Sono scesa sulla riva per asciugare i capelli che l'acqua del lago ha fatto diventare un cespuglio impettinabile. Gino dorme, Pino corre, Aldo legge, Angela dorme, credo. E' passato il ragazzo vestito di nero della pensione dove abbiamo trascorso la notte. Mi ha salutata con un sorriso. Meno male, dopo la scenata che gli ho fatta la sera precedente per via delle lenzuola sporche. Non era un bel posto per dormire, ma per iniziare a scrivere il diario si. Siamo arrivati ieri a Van, prendendo l'aereo da Istanbul. In aeroporto abbiamo noleggiato la macchina. Credevamo di aver visto Ararat dall'aereo, ma ci siamo sbagliati. Si trattava di un altro monte, comunque imponente, oltre 3000 m in altezza come ci ha spiegato uno dell'agenzia turistica dove cercavamo di capire come raggiungere la nostra meta. Oggi andiamo là. Ieri la prima cosa che abbiamo fatto era la visita dell'isola Akdamar con la sua magnifica chiesa della Santa Croce, di costruzione armena, di recente restaurata. Un posto importante ed emozionante, di una bellezza e calma profonda. Abbiamo mangiato il pesce del lago, veramente ottimo, di un sapore nuovo, diverso del solito sapore di pesce. Siamo stati accompagnati da un signore che si è offerto come guida. Non volevamo in effetti un accompagnatore, ma il porticciolo da dove prendere la barca è una trentina di chilometri fuori città e noi non riuscivamo a farci spiegare dove si trovava. Lui ci ha organizzato anche il pranzo ed ovviamente si è fatto pagare per tutti i servizi resi, dopo una prolungata trattativa. I miei capelli sono quasi asciutti e direi che sarebbe il momento di tornare in camera. A Van, al mattino siamo andati alla ricerca di burek (una specie di focaccia turca, con pasta sfoglia e formaggio fresco, oppure verdure, o addirittura carne) e yogurt per sfamarci. Un buon inizio di giornata prima di andare alla ricerca di una banca per cambiare i soldi. Una città calda, polverosa e caotica vicino al confine con Iran. Tutta la zona che intendiamo a visitare si trova ad un altopiano su circa 1700 metri sopra il livello del mare. Il clima è molto piacevole; di giorno fa molto caldo, ma di notte la temperatura si abbassa notevolmente, si arriva anche a 10 gradi, e si dorme bene sotto una coperta (magari fosse così a Milano). |