| L'eleganza del ricciodi Muriel Barbery | 
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 Paloma, una ragazzina di dodici anni con questa riflessione ci introduce nel suo mondo fatto di pensieri profondi, come lei stessa li definisce, sulla vita ed in particolare sulle stranezze del mondo degli adulti (e come darle torto). Definisce se stessa di un'intelligenza al di sopra della media ragion per cui si sente emarginata dai suoi stessi coetanei, delusa dal mondo degli adulti e prossima al suicidio. La vita di Paloma si incrocia con l'altra protagonista di questo romanzo, Renée, una sciatta portinaia, almeno in apparenza ma in realtà un personaggio colto e profondo. Le due protagoniste si avvicinano una all'altra grazie ad un terzo personaggio, un ex regista giapponese, Kakuro che farà da collante e che cambierà il destino di entrambe. Il finale è inaspettato. Forse all'inizio il romanzo è un po' lento e si fatica a trovare il nocciolo della storia ma poi diventa sempre più interessante, psicologico e filosofico. A mio parere non è un romanzo adatto a tutti. Ho sentito dire da molti che non ha trama e quel poco di trama spesso risulta essere noiosa. Io lo definirei un romanzo da "ricercatori delle anime", per coloro che vanno al di là delle semplici apparenze quotidiane e questo credo sia anche il messaggio della scrittrice/filosofa, cioè il messaggio è che nulla è come sembra. L'unica critica che mi sento di dare è il finale anche se almeno risulta essere meno banale di tanti altri. Per darvi un ulteriore spunto filosofico, che magari vi farà riflettere o magari vi invoglierà ad andare in libreria ad acquistare il libro, eccovi un'altra citazione della bambina prodigio che amo particolarmente. Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio, mi dico che forse in fondo la vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso. E' come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai. |