Il maestro e Margheritadi Michail Bulgakov |
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Titolo dell'originale: Master e Marggarita, 1966 Letto nell'ottobre 2009 La storia inizia in un parco di Mosca dove un editorialista ed un poeta stanno discutendo il poema di quest'ultimo che doveva mettere in cattiva luce Gesù Cristo. Siamo ovviamente in epoca dell'Unione Sovietica , più precisamente negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Ma i due ricevono una visita molto particolare, di un personaggio strano che si presenta come uno straniero e prevede la morte dell'editorialista che, pochi instanti dopo viene decapitato da un tram. La persona in questione non è niente di meno che Satana, arrivato a Mosca con la sua strana banda e si presenta come un esperto di magia. Dopo un po' nel libro compare il primo personaggio di cui il nome si trova nel titolo, il maestro. Un scrittore che ha scritto un libro su Ponzio Pilato ed ha avuto per questo problemi con le autorità. Per incontrare finalmente Margherita occorre leggere quasi la metà del libro. Lei si innamora del maestro e del suo lavoro letterario. Incontra Woland, il nome con il quale Satana si presenta, e la sua vita cambia. Si presta a fare la madrina di una festa satanica, dove si incontrano anche tantissime persone conosciute, per salvare il maestro ed il loro amore. Leggere questo libre è come essere esposto ad una tempesta, questa volta non atmosferica ma di parole, degli avvenimenti surreali e dei protagonisti bizzarri. Il libro è considerato un capolovaro della letteratura, non soltanto quella russa, ma mondiale (alcuni sostengono che si tratti del miglior libro di tutti i tempi). Non credo che molti lettori moderni condivideranno questa visione. Occorre tener conto che questo libro è stato pubblicato nel 1966, 26 anni dopo la morte di Bulgakov. Addirittura il romanzo è stato ultimato da sua moglie, un anno dopo la sua morte. A quei tempi il romanzo sicuramente aveva molte altre connotazioni ed era molto moderno, anche se in effetti lo è in buona parte anche oggi. Il modo di scrivere di Bulgakov è molto particolare e spesso ironico. Bulgakov porta in parallelo due storie diverse, quella contemporanea del maestro e Margherita nella Mosca sovietica dove i valori umani e sociali sono spesso bizzarri come i protagonisti del romanzo, e quella di Ponzio Pilato ed il suo incontro con Gesù che gli ha cambiato la vita ed il destino. Le due storie confluiscono in una fine comune. Ma la parte più importante del libro è presente in entrambe le storie; la realtà non è un dato di fatto e spesso non c'è distinzione tra essa ed i sogni. La percezione della stessa dipende dalle persone e dall'ambiente sociale nel quale la realtà è presente e può essere interpretata nei vari modi e su vari livelli. Il pensiero più grande per il mio gusto personale, una verità assoluta, è quella che non potrebbe esistere il bene senza il male, ne Dio senza Satana. E' curioso che i Roling Stones leggendo questo libro hanno avuto l'ispirazione per la famosa canzone "Symphaty for the D" (lettera D sta per Devil, cioè diavolo). Un altro fatto che conferma la grandezza e l'universalità di Bulgakov sono alcune citazioni dai suoi libri riportate nel fumetto "Dylan Dog". Ecco la descrizione di Bulgakov della tempesta su Gerusalemme nel giorno della crocifissione di Cristo. Aveva già rovesciato il suo ventre gonfio sul monte Calvario, dove i carnefici si affrettavano a finire i giustiziati, s'era rovesciata sul tempio di Gerusalemme, e cominciava a rotolare giù dalla collina in torrenti fumosi per inondare la Città Bassa. Penetrava dalle finestre e costringeva la gente a scappare dalle viuzze tortuose dentro le case. Era generosa di acqua e avara di luce. Non appena la fumosa nera brodaglia era squarciata da un lampo, balzava fuori dal buio la grande sagoma del tempio con il luccicante tetto squamoso. Ma si spegneva in un attimo, e il tempio piombava nel nero abisso. Molte volte era emerso e sprofondato di nuovo, e ogni volta sprofondava con un frastuono di catastrofe. |